[ ATTENZIONE: LA VISIONE DELLE FOTO PUBBLICATE PUO’ RISULTARE IMPRESSIONANTE PER ALCUNI LETTORI ]
L’arrivo a Bucha delle prime troupe di fotoreporter e di giornalisti autorizzati dalle forze ucraine ha dimostrato una volta di più che la tecnologia cambia le armi, ma la guerra è sempre uguale.
Le immagini crude che arrivano dalla città raccontano di esecuzioni sommarie, colpi di grazia sparati a uomini con le mani legate dietro alla schiena.
Le stesse scene che i reporter di guerra hanno documentato in tante altre situazione belliche, da quando la fotografia ha cominciato a frequentare questi luoghi di morte e distruzione.
Prove che gli apparati russi cercheranno di smontare, cercando di “buttarla in caciara”, per dirla alla romana, dove la verità vera finisce per avere tutto da perdere e chi, invece, fomenta il dubbio della fake news, del teatrino montato a favore di telecamera, può uscirne vincitore.
La prima dimostrazione sta nella loro richiesta di convocazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dove la presenza dei seggi permanenti ha reso zoppa l’organizzazione che dovrebbe garantire l’uguaglianza di ogni nazione di fronte alla legge.
Che si tratti di russi, americani, cinesi, inglesi o francesi, troppo spesso il potere di veto delle grandi potenze ha permesso di bloccare la giustizia, impedendo all’ONU di fare fino in fondo la propria missione.
Alla fine c’è sempre qualcuno che è più uguale degli altri.
Ricordiamocelo, quando protestiamo contro l’impotenza delle Nazioni Unite.