Ginevra, capitale internazionale
Ginevra, centro commerciale, bancario, industriale, intellettuale e universitario si estende all'estremità sud-ovest del lago Lemano, sulle due rive del Rodano, nel cuore di una conca chiusa e circondata da montagne (tutte in territorio francese: i Voirons, il Salève, il Mont de Sion, il Vuache e la catena montuosa del Jura).
La vieille-ville (parte storica della città), costituita dai quartieri Centro della città e Saint-Gervais, si è formata sulla sommità e i dintorni di una collina sulla riva sinistra del lago. Questa collina costituisce sin dalla preistoria un rifugio naturale protetto dal lago, dal Rodano, dall'Arve, dalle paludi e dai fossati a est. La città si espanse durante il XIX secolo, dopo la demolizione delle fortificazioni (1850-1880).
I primi abitanti della zona in epoca protostorica sarebbero stati i Liguri, mentre in epoca storica, quando vi giungono, i Romani vi trovano i Galli Allobrogi. Occupata da Giulio Cesare nel 58 a.C., divenne insediamento fortificato, facendo parte della provincia romana della Gallia Narbonense.
La sottomissione romana del paese degli Allobrogi inizia a partire dal 121 a.C.; Ginevra diventa allora un avamposto nel nord della provincia della Gallia transalpina, (prenderà il nome di Gallia Narbonese sotto il regno di Augusto).
Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente l'insediamento dei Burgundi nel 443 e la scelta di Ginevra come capitale del loro regno rinforzano il ruolo politico della città. Intorno al 467, il centro del regno Burgundo si sposta verso Lione e Ginevra subisce le guerre fratricide tra Godegiselo e Gundobado che incendia la città.
Fino alla fine dell'Alto Medioevo, si osserva una continuità di occupazione il cui miglior esempio è rappresentato dal gruppo episcopale. I limiti del centro storico si mantengono all'interno della cinta muraria del Basso Impero, ma i sobborghi vicini ai grandi cimiteri si sviluppano. La frana della montagna di Tauredunum nel 563 provoca una gigantesca ondata che distrugge il porto e causa numerose vittime.
All'inizio del medioevo, lo sviluppo orizzontale dell'epoca romana e la riduzione dello spazio urbano imposta dal sistema di fortificazione adottato, vengono rimpiazzati da una città di tipo medioevale costruita in altezza.
All'inizio del XIII secolo interviene un terzo potere: quello della casa Savoia. Il conte di Savoia s'impadronisce nel 1250 del castello di Bourg-de-Four. Alla metà del XIII secolo, i mercanti e gli artigiani si raggruppano per lottare contro la potenza feudale del vescovo. Questo movimento viene favorito dalle fiere di Ginevra che, a partire dalla metà del XIII secolo, portano ai cittadini l'esempio dei comuni liberi italiani e la prosperità che permette di imporre la loro volontà al vescovo. A partire dalla fine del secolo, il conte di Savoia si collega al potere episcopale.
Nel 1285, i cittadini nominano dieci procuratori o sindaci per essere rappresentati. La decisione è annullata dal vescovo il 29 settembre ma, il 1º ottobre, il conte Amedeo V di Savoia concede loro delle lettere patenti che garantiscono la sicurezza dei mercanti che si recano alle fiere.
A partire dal 1526, dei mercanti tedeschi diffondono a Ginevra le idee della Riforma Luterana tra i commercianti ginevrini e questa corrente si diffonde nella popolazione sotto l'influenza di predicatori come Guillaume Farel.
L'8 agosto 1535, Guillaume Farel, nonostante il divieto dei magistrati, predica per la prima volta davanti a una folla enorme. Il pomeriggio dello stesso giorno, durante i vespri, alcuni iconoclasti devastano la cattedrale di Saint-Pierre distruggendo statue e lacerando immagini che non erano in conformità con il nuovo culto della riforma.
Il 10 agosto 1535, la celebrazione della messa cattolica viene proibita dal Consiglio dei Duecento, per cui il 22 agosto il vescovo Pierre de la Baume lascia Ginevra per trasferirsi con tutta la corte a Gex. Il Consiglio lo dichiara decaduto di fatto, sostituendosi a esso il 26 novembre nella prerogativa di battere moneta. Il Consiglio dei Duecento si attribuisce il diritto di coniare moneta nel momento in cui la città è nuovamente minacciata dal Ducato di Savoia.
La Riforma è definitivamente adottata il 21 maggio 1536 quando allo stesso tempo viene reso obbligatorio mandare i propri figli a scuola. Da questo momento Ginevra diventa il centro del calvinismo e viene a volte nominata la «Roma protestante». Arrivato a Ginevra nel luglio del 1536, Giovanni Calvino avrà un'influenza immensa, in qualità di presidente della Compagnia dei pastori, su tutti gli aspetti della vita ginevrina.
Una volta proclamata la repubblica sotto il nome di «Signoria di Ginevra», Calvino redige le Ordinanze ecclesiastiche nel 1541, poi gli Editti civili nel 1543 che serviranno da costituzione alla nuova repubblica.
Sul piano economico, numerosi protestanti italiani e soprattutto francesi raddoppiano la popolazione durante le annate del 1550 e danno un nuovo dinamismo alla città. Questi nuovi arrivati, uomini d'affari, banchieri e artigiani, portano denaro, creano le relazioni con gli ambienti d'affari stranieri e sviluppano il ruolo di scalo commerciale di Ginevra.
Le attività manifatturiere da loro introdotte - l'industria della seta i cui padroni sono italiani, l'oreficeria e l'orologeria dopo la scomparsa delle seterie durante la metà del XV secolo – orientano per la prima volta il loro sviluppo verso l'esportazione grazie al sostegno che le autorità municipali gli accordano.
Dopo la Rivoluzione, l'accerchiamento di Ginevra da parte dei rivoluzionari ha come risultato, nel dicembre 1792, un movimento che abbatte il governo del Vecchio Regime il 28 dicembre e proclama l'uguaglianza politica di tutte le categorie della popolazione. Nel 1793, finisce il Vecchio Regime a Ginevra: una costituzione, redatta da un'assemblea nazionale e votata dai cittadini il 5 febbraio 1794, istituisce un controllo esteso da parte dei cittadini sugli atti del governo e dell'amministrazione.
L'economia ginevrina è quindi dominata — 32% degli attivi — dal settore dell'orologeria e dai mestieri ad esso collegati raggruppati sotto il nome di «Fabbrica », rete di piccoli atelier artigianali situati al piano superiore dei palazzi. Peraltro, il tessuto economico vede svilupparsi un'industria delle tele indiane — caratterizzata da grandi manifatture — nel primo terzo di secolo fino a diventare il secondo settore in termini di importanza. Legate allo sviluppo del commercio internazionale e alle necessità di denaro per le guerre di Luigi XIV, le attività bancarie diventano uno dei perni dell'economia ginevrina a partire dal 1700.
Il 15 aprile 1798 il Trattato di Riunione integra Ginevra al territorio della Repubblica Francese. Alla fine di agosto, dopo aver rinunciato alla sua sovranità e alle sue alleanze, la città viene scelta come prefettura e capoluogo del dipartimento del Lemano. Ginevra diventa dunque una delle tante città francesi, ed i suoi abitanti sperimentano così il centralismo napoleonico. La sconfitta dell'armata napoleonica gli renderà tuttavia la sua indipendenza.
Sul piano economico, l'industrializzazione della regione evolve con l'apparire di atelier di meccanica, di apparecchiature elettriche e di automobili. L'elettrificazione della città avrà luogo sotto l'impulso del Consigliere Amministrativo Théodore Turrettini, con la costruzione degli stabilimenti delle Forze Motrici e di Chêvres.
L'arrivo sempre più massiccio di operai stranieri completa la trasformazione della fisionomia sociale dell'agglomerato. Mentre all'inizio del XIX secolo era ancora possibile distinguere un abitante della campagna da un cittadino, le differenze si affievoliscono progressivamente con il passare degli anni e la popolazione presenta un profilo sempre più cosmopolita.
La missione internazionale della città si afferma particolarmente dopo la prima guerra mondiale: Ginevra diventa — in particolare per l'attività di Gustave Ador e William Rappard — la sede della Società delle Nazioni nel 1919.
Dopo la Seconda guerra mondiale, le sede europea dell'ONU e decine di Organizzazioni internazionali furono poste a Ginevra, contribuendo a dare impulso sia al turismo di piacere che a quello di affari. Con gli inizi degli anni 60, Ginevra è una delle prime regioni svizzere a conoscere un certo successo dei movimenti xenofobi, con la comparsa dei Vigilanti, ma anche il terzo cantone ad accordare diritto di voto cantonale e comunale alle donne (in Svizzera, il voto alle donne per le elezioni politiche è stato riconosciuto come diritto solo nel 1971).
Le cittadine ed i cittadini sono elettori ed eleggibili, a condizione di essere di nazionalità svizzera e domiciliati nel territorio comunale. In seguito all'adozione di una iniziativa popolare cantonale durante la votazione del 24 aprile 2005, gli stranieri domiciliati da almeno otto anni in Svizzera (di cui almeno tre nel comune) hanno diritto di voto comunale. Una seconda iniziativa che propugnava la loro eleggibilità è stata tuttavia rifiutata. Ginevra segue dunque la maggior parte delle città romande, più liberali delle città svizzere-tedesche, per quanto riguarda le possibilità offerte agli stranieri di partecipare alla vita politica locale.
Le cittadine ed i cittadini della città di Ginevra dispongono del diritto di referendum e di iniziativa popolare, diritto che esiste anche a livello cantonale e federale. Questo diritto permette loro di sottomettere al corpo elettorale una ordinanza già approvata dal governo, o una domanda di delibera su di un soggetto specifico. Per fare questo, è necessario riunire le firme di almeno 4.000 elettori nei quaranta giorni che seguono l'adozione di un articolo o il lancio di una iniziativa. Se le firme vengono riunite entro i termini, il corpo elettorale è obbligatoriamente chiamato alle urne.
Ginevra è la città Svizzera con la più alta percentuale di stranieri: alla fine del 2006 questi rappresentavano in effetti il 44,2 % della popolazione totale e rappresentavano 180 diverse nazionalità. Sebbene Ginevra non sia una metropoli a livello mondiale, la forte presenza straniera è stata determinata dall'accoglienza di numerosi immigranti provenienti da Francia, Italia, Spagna, Portogallo o ex-Jugoslavia, e dalla presenza di numerosi organismi internazionali aventi sede nella città. Queste comunità giocano perciò un ruolo importante nella vita sociale ginevrina.
Ginevra è da tempo considerata una terra d'asilo per avere accolto numerosi protestanti perseguitati per aver seguito la Riforma. Accogliendo numerosi riformatori come Guglielmo Farel, Giovanni Calvino o Théodore de Bèze, si è guadagnata l'appellativo di "Roma protestante" o di "città di Calvino". Numerose personalità internazionali vi hanno trovato rifugio, come Lenin prima della rivoluzione russa del 1917.
È grazie a questa tradizione d'accoglienza e alla neutralità svizzera che numerose organizzazioni internazionali hanno deciso di istituire qui la loro sede:
l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) - sede europea (Palais des nations)
l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR - ACNUR)
il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHCHR) e l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR)
il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF)
la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FISCR)
il Forum economico mondiale (WEF)
l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) - con sede a Meyrin
l'Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organization, WTO)
l'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO)
l'Unione interparlamentare (UIP)
e molte altre indicate qui
Ginevra ha ospitato, ed ospita tuttora, numerose conferenze internazionali, alcune delle quali sono rimaste celebri. È qui che sono state firmate le convenzioni di Ginevra (1949) che costituiscono ai giorni nostri uno strumento fondamentale del diritto internazionale umanitario, e la convenzione del 1951, sullo statuto dei rifugiati. Più tardi, l'accordo di Ginevra mette fine alla Guerra d'Indocina, e tenta di contribuire alla risoluzione del conflitto israelo-palestinese.