Sarà l’età, oppure le sensazioni che mi assalgono ogni volta che attraverso la data del mio compleanno. Oppure il periodo pre-natalizio…
Sta di fatto che ci sono molti pensieri che affollano la mia testa e questo accade, soprattutto, in due momenti precisi del mio quotidiano: quando sono sotto la doccia e quando dormo.
E’ successo anche ieri, quando in pieno sonno ho avuto l‘ispirazione per scrivere una letterina a Babbo Natale.
Ma non una qualunque: l’ultima. La definitiva.
Ho ripensato alle cose che amo fare nella mia vita ed è stato facile individuarne una tra le tante.
Viaggiare mi ha sempre appassionato.
Forse perché non ho mai sentito di appartenere ad un unico luogo, anche se ne amo diversi molto profondamente.
E allora, come nel famoso giochino del “collega i punti tra loro”, ho iniziato ad assemblare insieme qualche elemento ed alla fine il progetto era pronto.
L’anno in cui diventai maggiorenne, la NASA inviò nello spazio siderale una sonda che portava con sè, dentro di sè, un messaggio per lo spazio profondo: “sappiate, chiunque voi siate, che in un piccolissimo puntino della Via Lattea esiste una civiltà che è capace di cose orribili, ma anche di cose meravigliose. Capace di creare grande Bellezza, di immaginare imprese irrealizzabili, sulla carta, per poi trasformarle in realtà, nonostante i suoi limiti individuali e tecnologici.”
Quella sonda si chiama Voyager I e, insieme alla sua gemella Voyager II, viaggia attraverso l’Universo da quel settembre del 1977.
Ha raccolto una montagna di dati ed informazioni che hanno rivoluzionato la nostra conoscenza del sistema solare e dei suoi pianeti.
E continua nel suo viaggio interminabile.
Oggi si trova ad oltre 25 miliardi di chilometri dalla Terra e si stima che riuscirà ad inviare le sue preziosissime informazioni almeno fino al 2025.
A questo spunto, ho iniziato a collegare delle considerazioni personali infinitamente più modeste.
Nel 1984 la chiesa cattolica accettò il diritto alla cremazione anche in Italia.
Una legge dello Stato, che ha successivamente subito ulteriori modifiche ed aggiornamenti, dal 2001 autorizza la dispersione delle ceneri o l’affidamento dell’urna alla famiglia dello scomparso.
Nel mio caso, ricordo che aderii fin da subito alla campagna di sensibilizzazione sulla cremazione. Una mia simpaticissima ed anziana vicina di casa mi convinse a sottoscrivere la scelta alla cremazione in caso di decesso.
Fatti i debiti scongiuri, non ho cambiato opinione in merito e la mia famiglia sa che, quando arriverà il giorno, quello sarà il modo in cui il mio corpo cambierà aspetto fisico.
Da allora, era il 1985, quanto è cambiato il nostro mondo?
Basta pensare all’impatto rivoluzionario del digitale, in tutte le sue forme ed applicazioni.
A quel tempo, cellulari, internet, robot, mobilità elettrica, intelligenza artificiale, erano tutti temi da racconto di fantascienza. Oggi sono una realtà acquisita a cui non immaginiamo nemmeno di rinunciare, tale è il loro impatto nella vita di tutti i giorni ed in tutto il mondo.
Una delle sfide più recenti è immaginare mezzi di trasporto alimentati da fonti energetiche pulite e sostenibili, come l’energia solare.
Già nel 2016, il Solar Impulse di Bertrand Piccard dimostrò che un aereo alimentato da cellule fotovoltaiche poteva fare il giro del mondo senza scali.
Più recentemente questa tecnologia è stata sviluppata ed applicata ad altri mezzi volanti e che anch’essi sono entrati nel nostro quotidiano: i droni.
Due anni dopo l’impresa di Solar Impulse, i primi quadcopter basati sull’impiego di cellule fotovoltaiche volavano nei nostri cieli.
Arrivato a questo punto non mi rimaneva che unire tutti i “puntini del disegno” per scrivere a Babbo Natale la mia ultima richiesta: il giorno in cui morirò, il mio corpo sarà cremato e una parte delle ceneri potrà essere imbarcata su un piccolo drone, alimentato dalla luce del sole.
Così potrà volare finché le sue forze glielo consentiranno, senza limiti di ricarica, nè di confini e di tempo.
La sua navigazione sarà gestita da un GPS in grado di evitare i rischi meteorologici e potrò, finalmente, viaggiare ovunque, senza limiti.
Potrò sorvolare piccoli villaggi e grandi boschi, attraversare fiumi e laghi, osservare la vita dei miei simili ed ammirare la Bellezza insuperabile offerta dalla natura del nostro pianeta.
Pensate che Babbo Natale potrà assecondare il mio desiderio?
Io, per il momento, faccio il bravo. Altrimenti rischio di giocarmi fin d’ora il mio ultimo, definitivo regalo di Natale.